Montegridolfo, la terra di confine
(Mun’t Gridòlf, in romagnolo)
– DOVE SI TROVA?
Situato fra due valli, quella del Conca sul versante romagnolo e quella del Foglia sul versante marchigiano, Montegridolfo si trova sul crinale che divide la due regioni. Le frazioni del comune sono cinque: Trebbio, San Pietro, Pozze, Ca’ Fornaci e Ca’ Baldo. Il Comune si trova in posizione panoramica ed è interamente cinto da mura poderose rafforzate da torrioni. Dal 1200 al 1500 appartenne ai Signori di Rimini, ma essendo sul confine marchigiano, fu spesso terreno di battaglia tra questi e i Duchi di Urbino.
Si ritiene che il nome sia derivato dal germanico Hrodulfus o Ridulfus, cioè cespuglioso, aggettivo che si addiceva alle caratteristiche del luogo. Lo stemma, invece, è costituito dall’albero di olivo, la cui coltura su queste colline è documentata fino dal Medioevo. La sua origine è incerta: si pensa che la nobile famiglia fiorentina Filippi abbia adottato l’ulivo come stemma essendo questa la coltura principale del luogo. Negli anni ’50 del Novecento la dizione attuale “Montegridolfo” ha sostituito quella delle origini “Monte Gridolfo”.
Confina con i comuni riminesi di Mondaino, Saludecio e con i comuni marchigiani di Tavullia e Vallefoglia.
Fa parte de “I Borghi più Belli d’Italia”.
– LA STORIA
Il borgo, molto probabilmente, risale all’anno 1000. La prima documentazione certa è datata 1148, come certo è che nel 1200 passò sotto il dominio malatestiano. Montegridolfo giurò fedeltà ai Malatesta contro il Ducato di Urbino ed, essendo posizionata tra la valle del Conca e quella del Foglia, fu spesso scenario di cruenti battaglie. Il Comune conobbe nel corso dei secoli sia l’influenza delle due potenti Signorie dei Malatesta e dei Montefeltro. Questi erano terreni di battaglia, perciò le sue genti erano avvezze a scorrerie, incursioni, assalti e nonostante i riminesi facessero di tutto per rinforzare barriere ed edificare strutture difensive, gli urbinati non deponevano mai le armi. Ed è proprio per questa sua peculiarità difensiva che Montegridolfo fu progettato e costruito come “cassero”, ovvero un borgo con pianta rettangolare dotato di una torre posta a rinforzo del complesso murario. Si racconta di numerosi distruzioni ma la più rovinosa fu quella del 1336, quando avvenne un paradossale saccheggio da parte delle truppe di Ferrantino Novello, cugino dei Malatesta, che si alleò con i Montefeltro e distrusse il borgo. La ricostruzione fu tempestiva con mura più alte e l’aggiunta di quattro torrioni, da parte dei Malatesta che ne ebbero il dominio fino al 1500.
Dopo tre secoli di dominazione riminese seguì le sorti dell’area circostante, passando nelle mani del duca Valentino Borgia, della Repubblica Veneta, dello Stato Pontificio.
Come, gran parte dei comuni romagnoli, Montegridolfo passò sotto il dominio del Valentino nel 1500; ben presto seguì la riconquista da parte dei Malatesta, che però lo vendettero a Venezia, la quale lo rivendette allo Stato Pontificio. Nel 1859 Montegridolfo è attraversato dalle truppe del Generale Cialdini e diventa territorio del Regno d’Italia.
Nel 1944 Montegridolfo è un caposaldo della Linea Gotico. Come in passato, anche con il passaggio del fronte, queste terre furono segnate dallo svolgersi di scontri cruenti fra i tedeschi e le truppe alleate, in quanto lo sfondamento delle truppe alleate nella pianura padana avrebbe reso la Germania prendibile in pochi mesi: fu proprio durante l’attacco delle forze alleate a Montegridolfo il 31 agosto 1944, che il tenente Gerard Ross Norton si guadagnò la Victoria Cross, massima onorificenza militare britannica, per il suo attaccato e vittoria contro la resistenza tedesca. Negli ultimi anni il borgo è stato oggetto di un ampio restauro che, mantenendo intatta l’architettura, ha fortemente rivalutato ed abbellito Montegridolfo.
– DA VEDERE
Cinta muraria. Edificata dalla famiglia Malatesta è massiccia e rafforzata da quattro torrioni. Accedendo al Castello la si costeggia in parte fino a raggiungere l’unico varco d’ingresso. Da essa si gode un ampio panorama dal mare alle colline.
Porta del Castello. L’elegante apertura, sormontata dalla Torre, è cinquecentesca. Procedendo su un camminamento rialzato si accede alla Torre, mentre oltrepassando la porta si entra nella piazza su cui si affaccia il palazzo del Comune. Al centro la Cappella Viviani, che ha preso il posto della duecentesca Chiesa andata distrutta; all’interno, una copia della Madonna nera.
Centro storico. L’impianto urbanistico è rimasto medioevale, strutturato in strette contrade, alcune coperte, su cui si affacciano botteghe e ristoranti. Passeggiando per il borgo si è rapiti da un’antica aura armoniosa.
Palazzo Viviani. Interessante edificio che sorge sui resti della Rocca di notevole attrazione. Oggi è un prestigioso albergo e ristorante, con giardino d’inverno e parco. Deve il nome a un nobile urbinate nominato cavaliere da Napoleone.
Chiesa di San Rocco XIV secolo. L’Oratorio si trova appena fuori le mura e si presenta in forme semplici. Era denominata chiesa di Santa Maria o dell’Ospedale, perché affiancava l’ospizio per pellegrini. E alla Madonna sono dedicati gli affreschi custoditi all’interno che in modo assai singolare si sono sovrapposti nella stessa porzione di parete: tre immagini mariane eseguite in secoli diversi, creano tre raffigurazioni sovrapposte che gli interventi di distacco oggi permettono di vedere disgiunti. Si tratta di: Madonna col Bambino in trono e angeli tra i SS. Rocco e Sebastiano, di anonimo marchigiano; stesso soggetto per l’opera attribuita al romagnolo Girolamo Marchesi (1520-25) e per la tela di Guido Cagnacci (1623).
Chiesa di San Pietro XX secolo. Situata lungo la strada che conduce a Trebbio, è stata edificata sui resti di una pieve romanica di cui non rimane nulla. Un quattrocentesco affresco con Cristo Crocifisso, raffigura anche i castelli vicini.
Museo della Linea dei Goti. Ambientato in un bunker ricostruito, sotto le mura, espone cimeli ritrovati in loco legati allo sfondamento della Linea Gotica, nonché materiale fotografico e documentario. Il museo è diviso in due sezioni. Nella prima si incontrano cimeli bellici donati dai cittadini quali bossoli, schegge, maschere antigas e numerose armi in dotazione. Completa la sezione un apparato fotografico raccolto secondo la sequenza cronologica degli avvenimenti. Nella seconda sezione sono esposti modelli di mezzi militari alleati e tedeschi. Alle pareti, stampati di propaganda del periodo 1943-45, tra cui manifesti, fogli volanti, cartoline, sia di produzione italiano-tedesca che alleata, raggruppati secondo un criterio tematico. Il percorso termina con un cimelio simbolico: un bossolo metallico con il nido di una cinciallegra. Il Museo rappresenta uno dei nodi più importanti del “Sistema Territoriale a Rete Linea Gotica”, che le istituzioni locali e regionali stanno realizzando per la valorizzazione dell’area emiliano-romagnola, esaltandone il patrimonio storico culturale con riferimento alla Seconda Guerra Mondiale.
Santuario della Beata Vergine delle Grazie XVI secolo (frazione di Trebbio). Meta di pellegrinaggi, dal giorno in cui fu eretta la Chiesa nel luogo dove apparve la Madonna. Dello stesso periodo, la tela che raffigura l’Apparizione della Madonna, realizzata nel 1549 da Pompeo Morganti di Fano. Da notare i dettagli nati dalle deposizioni processuali di chi assistette all’apparizione e del paesaggio in cui si intravvede il Castello di Montegridolfo. L’edificio attuale ha un impianto settecentesco, anche se abbastanza rimaneggiato.
– PRODOTTI TIPICI
Olio extra vergine d’oliva. In tutto il territorio sono presenti ulivi plurisecolari che dimostrano come la produzione di olio extra vergine di oliva sia molto antica e radicata nella popolazione locale. La Valconca è ricca di olivi. Quasi metà della produzione totale di olio extravergine di oliva dell’Emilia Romagna viene prodotto qui. L’olio della Valconca ha un sapore mediamente fruttato, con sentori di foglia fresca e mandorla.
Miele. L’apicoltura è, da sempre, un’attività molto diffusa in tutto il territorio grazie anche alla coltivazione di piante caratteristiche come la sulla, l’erba medica, la lupinella e altre varietà spontanee. Le caratteristiche ambientali inoltre rappresentano le migliori garanzie di un miele di qualità: gli apicoltori locali offrono particolari cure alla produzione di miele, cercando i luoghi meno inquinati e controllando costantemente l’indice di umidità durante la smielatura per impedire le fermentazioni.
– EVENTI
Processione della Via Crucis (Venerdì di Pasqua). Un centinaio di figuranti in costume d’epoca mette in scena la rappresentazione della Passione di Cristo.
Un castello di voci (Luglio, Agosto). Si esibiscono prestigiosi nomi del mondo della lirica e della concertistica accompagnati dall’atmosfera da sogno che si respira tra le vie del borgo.
La Montegridolfo Liberata (Fine Agosto). Rievocazione storica della battaglia per la liberazione di Montegridolfo con mezzi militari della 2ª Guerra Mondiale ed i figuranti in uniformi dell’epoca. Visite guidate al Museo della Linea dei Goti, performances teatrali, approfondimenti culturali ed intrattenimenti vari.
L’olio Novello in Tavola (2° domenica di Dicembre). Appuntamento per gli affezionati dell’olio extra vergine d’oliva di qualità, per conoscere le ottime produzioni locali. Dall’antichità la coltura dell’olivo su queste colline è documentata: la sua presenza è ben in risalto sullo stemma cittadino. Viene attribuito un premio al miglior produttore dell’anno.
– COME ARRIVARCI
Dista circa 22km da Misano Adriatico, mezz’ora di auto. Delizioso e invitante il borgo di Montegridolfo, un Castello che si presenta nella sua integrità, interamente protetto dalle alte mura ad unico accesso, con Torre che sovrasta la porta cinquecentesca. Unica la sua struttura che non ha subito stravolgimenti urbanistici e che un accurato restauro l’ha restituito agli abitanti e ai visitatori. E le sue campagna su cui si estendono ettari ed ettari di ulivi che la caratterizzano e la rendono magica.
Un consiglio? Un terra di confine, Montegridolfo è caratterizzata da questo passaggio continuo di personaggi storici che l’hanno segnata, cambiato e resa grande. Fotografate con gli occhi le bellezze che vi scoverete e resterà per sempre nei vostri ricordi.
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